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chanel e la cake tropicale in wafer paper

Questa è la storia di una cake speciale.

Due anni fa avevo promesso a una cara amica che le avrei fatto la sua torta di compleanno.

Un compleanno speciale, di quelli che hanno nel numero il fatidico zero.

Quest’anno, a fine luglio quel giorno è arrivato.

In segreto contatto il marito, perché la torta doveva essere una sorpresa, e mi metto d’accordo.

Duecentocinquanta invitati, una festa quasi da matrimonio. Si avevo pensato che ci fossero stati tanti amici, ma duecentocinquanta erano una bella sfida per le mie modeste capacità, soprattutto logistiche.

Ma ci spaventano le sfide?

Così tre settimane prima dell’evento mi metto all’opera: deve venirmi un’idea, capire i materiali che mi servono, le basi, i supporti, le consistenze e i sapori della torta, i tempi, il trasporto.

26 luglio, questa la data.

Avete presente che luglio abbiamo avuto a Roma? I Tropici!

Inizio con il requisire tutti i ventilatori famigliari e poi passo alla decisione più importante: come la faccio? Niente creme né panne, troppo caldo. E anche la pasta di zucchero non può essere quella che faccio io di solito perché potrebbe squagliarsi tra le mie mani.

E allora ecco santo internet e con tutta tranquillità arriva a casa, senza tante ricerche per la città, la pasta di zucchero per alte temperature (molte case produttrici ne hanno una in catalogo) e i supporti per tenere i quattro piani della torta.

E che torta faccio? A cosa mi ispiro?

Ci giravo da mesi, da questa primavera, da quando non riuscivo a staccare gli occhi dal video pubblicato sul sito della maison Chanel: la sfilata della collezione primavera estate 2015 di haute couture.

 

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Una meraviglia!

La sfilata si svolgeva in un padiglione di vetro, una serra circolare con un’esile struttura in ferro verniciata di un verde tenue dentro la quale una foresta total white è al centro dello spazio. Tutto intorno le sedute per gli invitati e ancora, al bordo piante e foglie avvolgono il tutto.

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La scenografia, una sorta di enorme origami, si ispira alle flore tropicali e, secondo me, alle forme macroscopiche delle foglie simili a quelle dei quadri di Henri Rousseau. Una flora ricca, esagerata, invasiva. La sfilata inizia con un modello vestito da giardiniere che con un innaffiatoio si avvicina a questo luogo incantato, innaffia e per magia le enormi foglie bianche si muovono e fanno uscire un mondo di fioriture tropicali dai colori sgargianti e punteggiate dal famoso rosa della Maison.

rousseau

 

Una flora magica, un incanto.

 

chanel cake

 

La collezione poi è un trionfo della primavera, fiori delicati, tralci, morbidezze, trasparenze ondeggiano intorno a questa foresta che si muove aprendo e dischiudendo le foglie in movimenti lenti.

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Ecco, questa mi sembrava una bella ispirazione, soprattutto perché mi permetteva di lavorare con il wafer paper e al contempo di non aver problemi con il caldo torrido di questa estate con le lavorazioni della pasta di zucchero.

E poi stavo pure leggendo una bella biografia di Gabrielle, Coco Chanel (Henry Gidel, Coco Chanel, Lindau, Torino 2007), nella quale leggiamo tante sfumature di questa donna che veniva da una famiglia di venditori ambulanti.

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Si legge il suo amore esagerato per la bigiotteria tanto che diceva che indossare «una collana di diamanti veri è come appendersi al collo un assegno», e lei di gioielli ne possedeva …

E si legge anche di come Gabrielle viveva a Parigi nel 1921 in una grandiosa abitazione a pochi metri da Rue Cambon che aveva “un giardino alla francese, nel quale platani, ippocastani e tigli secolari si specchiano in una vasca posta al centro, che dà vita al cristallo iridato con suo getto d’acqua”, un parco in sintesi che lei ama guardare dalle grandi finestre del suo appartamento. Qui lei riceverà le persone tra le più interessanti dell’epoca, Picasso, Djagilev, Cocteau, Colette, Stravinskij, quest’ultimo perso per lei ma non corrisposto.

Tra letture biografiche e ricerche di sagome di foglie tropicali sono per poco, entrata in questo mondo fantastico: singolare poi la storia del famoso profumo ideato per lei da Ernest Beaux nel 1921.

[…] il chimico le propose due serie di campioni, numerati da 1 a 5 e da 20 a 24, combinando con infinita sapienza non meno di 24 ingredienti, tra cui una prevalenza di gelsomino e una dose massiccia di aldeidi. […] Gabrielle (Coco), che ha fiducia nelle sue ricerche, lo guida. Infatti, pur non possedendo una specifica formazione tecnica, ha molto più di questo: ha il dono innato di saper riconoscere la superiorità in tutti icampi, compreso questo. Anche se non siamo obbligati a crederle quando dice che, ogni volta che raccoglie dei fiori, è in grado di riconoscerne l’odore dalle mani che li ha raccolti … […] è un profumo rivoluzionario. […] Ma rivoluzionaria è anche la sua presentazione. […] Gabrielle, innamorata della semplicità e del rigore, impone un flacone semplice a forma di parallelepipedo, che permette di ammirare in tutto il suo splendore il liquido dorato che racchiude. Si esce allora dall’epoca cubista, che ha reso di moda i quadrati e i rettangoli. (tratto da Henry Gidel, Coco Chanel)

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Semplicità, rigore ma anche fantasia, equilibrio e genialità, un mix meraviglioso per la creatività.

chanel cake

La mia cake di compleanno era alta circa 80 centimetri, quasi impossibile da fotografare, quattro piani poggiati su un vassoio rettangolare che conteneva un’altra torta quadrata rivestita di glassa bianca che doveva accogliere le famose candeline rosa Chanel. Tutto rivestito prima di pasta di zucchero e poi decorata da decine e decine di foglie di wafer paper che riproducevano una flora fantastica bianca punteggiata da piccoli fiori color rosa pallido, sempre in wafer paper che riproducevano quelli della Curcuma longa.

chanel cake

Per evitare problemi con il caldo ho farcito le basi con lemon curd e rivestite le cakes con marmellata di albicocche. Le basi, di cioccolata, sono state realizzate con delle mud cake.

Oltre 25 chilogrammi di cakes che hanno avuto un trasporto che mi ha tolto due anni di vita, la vera difficoltà di questo dolce.

schizzo cake chanel
schizzo per la cake chanel

Per la cronaca ho usato circa 45 uova, 2 kg di cioccolata fondente al 60%, 1,3 kg di cacao amaro, 3 kg di farina, 4 kg di zucchero, 3 kg di burro e poi lievito, limoni, maizena per le mud cake (la ricetta qui) e la lemon curd (la ricetta qui) oltre a 10 bianchi d’uovo e un kg di zucchero a velo per la glassa e due barattoli di marmellata di albicocche per lo stuccaggio ….. e tantissimi fogli di wafer paper che ho ritagliato per un giorno intero.

chanel cake

chanel cake

chanel cake

chanel cake

 


 

2 Comments

  • cakegardenproject
    9 anni ago

    Ma grazie Marina! eh si, lo zero con il tempo non si accetta facilmente ma se ci mettiamo “un po’ di zucchero” forse lo addolcisce un po’ di più! 🙂

  • marina
    9 anni ago

    il tuo piacevole post mi ha fatto scoprire che esiste un sito della Maison Chanel che io ignoravo totalmente, ho riletto con trasporto gli aneddoti su Gabrielle. Leggevo e pensavo ma come sarà questa torta, ispirata alla serra? alla foresta total white? Immaginavo qualcosa di architettonicamente grande ed invece non è grande ma grandioso! una torta grandiosa e allo stesso tempo delicatamente raffinata in grado di far dimenticare quello zero della fatidica cifra tonda, che non ci lascia mai, purtroppo indifferenti. Baci Monica e complimentissimi

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