Si, i giardini sono belli anche d’inverno, e chi li ama lo sa. Quel geniaccio di Piet Oudolf lo sa anche lui, tanto che le sue piante perenni marcite, marroncine, quasi nere sono davvero belle nelle foto del suo giardino in inverno.Guai a tagliare le graminacee che si piegano alla neve, eresia pulire ciò che rimane degli Eupatorium …
Oggi per il conto alla rovescia stiamo tutti a dieta, non vi propino nessun dolce ma pubblico solo un’immagine che non è reale perché è un mio personale fotomontaggio, una visione di un giardino che non esiste, o quanto meno esiste ma solo in parte. Ho usato piante di Oudolf, strappandole dalle sue immagini mescolandole a paesaggi invernali messi in trasparenza, ritagliati, sfumati, ricolorati, insieme ad alcune topiarie del Levens Garden.
Faremo solo un piccolo ripasso storico su questo singolare giardino, che se vogliamo, è anche più bello visitarlo in inverno sotto la neve o la brina.
Siamo nel 1688, una sera fortunata per il colonnello James Grahme che ha il vizietto di giocare a carte o a dadi. All’epoca (ma anche oggi) ci si annoiava spesso la sera aspettando l’arrivo della tecnologia e quindi per movimentare il fine giornata si giocava a soldi, oppure si rilanciava mettendo nel piatto ciò che si aveva, dalle ville alle mogli, fino alla servitù o i propri cavalli. Quella sera il colonnello Grahme fu particolarmente fortunato e vinse una bella proprietà, Levens Hall nel Kendal.
E qui comincia la storia di questo signore, non aristocratico, che finisce per rovinarsi non al gioco, ma per costruire il proprio giardino, perchè si sa, chi possiede un giardino è posseduto spesso da un moto autodistruttivo, vero?
Insomma il colonnello dopo qualche anno e alcuni tentativi, capisce che il fai da te non fa al caso suo e allora si mette alla ricerca di un bravo paesaggista, uno che possa risollevare le sorti del suo informe e banale appezzamento di terreno.
E mira alto.
Stiamo alla fine del 1600 e guarda caso in Inghilterra circola felice e a caccia di incarichi, monsieur Guillamme Beaumont, niente di meno che un allievo del famoso André Le Nôtre, l’archistar dei giardini del secolo (1613-1700). Beaumont, che aveva già realizzato Hampton Court per Giacomo II, trasformandosi in una specie di Edward mani di forbice, progetta e realizza per il colonnello un giardino incantato costruito da 100 esemplari di sculture vegetali di dimensioni e fogge le più diverse, il Topiary Garden, oggi il il giardino di ars topiaria più antico che abbiamo in Europa. In verità il parco ha anche altre bellezze, come per esempio, una delle prime strutture di ha ha, un meraviglioso bowling green per giocare a bocce, una galleria costruita da faggi, un bel roseto, restaurato recentemente. Ma la meraviglia è, e rimane, il Topiary Garden, nei Buxus sempervirens tagliati con precisione o nella esasperata compattezza scura dei Taxus baccata. Il giardino oggi ha quattro giardinieri che si occupano, da agosto a febbraio, delle potature a forma obbligata delle 100 sculture vegetali che ci sono arrivate intatte dalla fine del ‘600. Sono aiutati da altri quattro giardinieri volontari e stagionali che si occupano a loro volta anche della crescita e messa a dimora, due volte l’anno, di 15.000 piante perenni che trovano casa in questo giardino. In totale otto artisti al lavoro e non aggiungo altro.