Ci siamo quasi e da queste parti è iniziata anche la stagione dei raffreddori, del resto che Natale è senza una piccola influenza, un moderato mal di gola, un naso rosso, quella meravigliosa sensazione di otturamento naso-occhi-orecchie che ti nega temporaneamente la comprensione del mondo?
Spremute di arancia, sciroppi ma soprattutto bei maglioni avvolgenti che ti coprono fino alle orecchie sono gli scontati rimedi per sopportare la tre giorni di starnuti e rubinetti che perdono.
Per la torta del giorno ho pensato di rivestirla anche lei con un bel maglioncino caldo e immacolato, un po’ norvegese, che mi ha permesso di fare un po’ di esercizio con la temuta sac à poche.
Il countdown di oggi vede protagonista la cake ispirata all’arte dello sferruzzamento, il tricot. Chi non ha pensato di cimentarsi, almeno una volta, nel lavoro ai ferri? E non sono solo le donne che lo fanno, ma anche parecchi uomini (alcuni della famiglia reali inglese avevano ed hanno questo hobby davanti al caminetto, o personaggi come Russel Crowe sferruzzano tra un ciak e l’altro). Non sottovalutiamo quest’arte, sia per l’aspetto del fai da te, ma soprattutto per il potere rilassante che ci assale nel fare la maglia sentendo della musica o guardando ahimè, i programmi televisivi o meglio, un film. Un esercizio antistress, sicuramente.
Il tricot, dal francese intrecciare, pare che abbia una storia antica. Al museo del Partenone ad Atene c’è uno dei primi maglioncini ai ferri che rivestono la Kore n. 670 del IV sec. a.C. un lavoro semplice, a coste, tre dritti e tre rovesci oppure sette dritti e tre rovesci, che riproduce le tuniche indossate per i riti sacri. Il tre e il sette erano numeri considerati magici.
Il tricot si perde inevitabilmente nelle legende ed è costellato di simboli che dall’Egitto hanno viaggiato per mare fino in Irlanda, incontrando il mondo celtico. Ma è soprattutto dentro i conventi e nelle celle dei monaci che i vari punti a maglia si trasformano in simbologie cristiane, con segni legati all’unione come alcuni zig zag, oppure nodi che simboleggiano i boccioli dell’albero della vita. Persino la Madonna è immortalata nell’atto dello sferruzzamento nel quadro di Mastro Bertram “La visita degli Angeli” del 1400.
Nel 1598 fu inventata la prima macchina da maglieria dal reverendo William Lee, (un uomo….), il quale però dovette andare in esilio in Francia perchè Elisabetta I aveva vietato l’uso di questa macchina, anche se esponenti della famiglia Tudor furono immortalati in numerosi quadri con ferri e maglioncini sulle ginocchia. Ironia della sorte se pensiamo che l’Inghilterra è stata la culla dei lavori a maglia!
Ma arriviamo al secolo passato, dove il lavoro a maglia ha una prima rivalutazione nel 1920 con le collezioni di Coco Chanel ed Elsa Schiapparelli. La maglieria diventa simbolo di una certa libertà e morbidezza di movimenti, associata all’attività sportiva ed al tempo libero. Negli anni ’60 e ’70 si ha infine il boom della maglia fatta a mano, una vera e propria mania pervasiva, che segue lo stile folk ed oggi stilisti e designers ne hanno fatto una vera e propria arte. Lo scorso anno una bella mostra ad Anversa, al MoMu, ha ripercorso tutta la storia moderna del lavoro a maglia.
I maglioncini diventano delle vere e proprie sculture da indossare. E’ chiaro che qui tocca essere magri come acciughe per potersi permettere treccione e fili di lana da 2 centimetri di diametro!
un’arte che viene definita tricot sculpture e che ha i suoi maggiori esponenti in Nanna Van Blaaderen o Sandra Backlund.
Idea per un regalo di Natale? Troppo tardi per il fai da te, ma ci si può permettere una bella tricotcake da realizzare in un pomeriggio.
Questa è la mia proposta per oggi, potevo fare di meglio con la ghiaccia, ma l’esercizio continua.
grazie… è singolare come tutte le comunità feline ;). Ricambiamo alla tua :). Un giorno ti dedico un post nella catcake :D… auguriiii a presto da 2+8zampe!
Grazie a te, il tuo blog ha tante belle ricette che proverò a cucinare; quella dei carciofi rivisitati la faró per le feste e anche quella della lasagna/polenta é davvero preziosa per la semplicità ed efficacia, sembra davvero buona! Mi ritroverai ancora a curiosare tra i tuoi posts! E ancora auguri :)))
Ma che merviglia quella torta maglione, sembra proprio rivestita di lana.
Mi piace l’idea e chissà se riuscirò a provare.
Grazie della visita, sei gentile, ciao
Grazie a te, hai un blog davvero singolare!
tantissimi auguri anche dalla mia comunitá felina! :))
che meraviglia 🙂 Complimenti e grazie del passaggio… buone feste!
Grazie a te e auguri!
complimenti! Anche per l’infinita pazienza!