Ho una mania, quella delle assonanze, dei giochi di parola, dei sinonimi, di rigirare parole e sensi. Adesso lo sapete, se non vi eravate accorti di ciò.
Questo è il periodo del riciclo, delle ricette che recuperano qua e là frattaglie dimenticate nelle credenze, qualche cremetta dentro il freezer, dei biscottini dentro qualche scatola di latta o plastica o un incauto pacchetto di panna che sta quasi per scadere e che avevamo preso in un momento di ottimismo.
Bene, cosa si fa con delle meringhette un po’ scurette perchè aromatizzate alla cannella, dei ritaglietti di pandispagna, un pugnetto di crema pasticcera con il burro e un po’ di panna che è fin troppa per il caffè mattutino? (oggi scusate … tutto etto/a/i/o)
zuccotto, la parola magica è zuccotto.
In realtà quando ho preso la cupoletta di alluminio comprata questa estate in un meraviglioso casalinghi di paese, non avevo idea che mi stavo avvicinando pericolosamente alla costruzione di uno zuccotto, volevo solo mettere insieme quello che mi trovavo davanti e trasformarli in qualche cosa di visibilmente accettabile, una cosa che avesse una forma perché tanto, anche da soli, gli avanzi erano buoni.
Ed ecco qua, un mini zuccotto, che a guardarlo bene mi ricordava qualche cosa come forma. Qualche cupola?
Ma si, proprio loro, le cupole islamiche che tanto mi piacciono, dalle rassicuranti rotondità materne.
Non solo. Qualche tempo fa nel girovagare sul web avevo visto dei meravigliosi zucchetti di lana. Chi l’ha fatti è un artista e questi mi piacevano davvero molto. (Mi spiace di non aver scritto il nome del creatore, di solito sono attenta a citare tutto, per cui se qualcuno li riconosce mi può fare la cortesia di scrivermelo? – finita comunicazione di servizio)
Non sono belli? e non ricordano le cupole islamiche? e non ricordano il mio zuccotto con meringhette?
E siccome il tormentone dei rimbalzi di parole non è ancora finito, come non collegare lo zuccotto fatto con avanzi e quindi politically correct, e la protesta di Zuccotti Park a New York del 2011, protesta contro le disparità ricchi/poveri, con lo slogan “siamo il 99%”, contro le impunità delle banche (mai tanto attuale oggi … singh!)?
Zuccotti Park è una piazza nel cuore di Manhattan di circa 3000 mq a due isolati da Wall Street.
La piazza/parco, che prima del 2006 si chiamava Liberty Plaza Park, è in realtà uno spazio privato di proprietà di un’azienda di affari immobiliari, la Brookfield Office Properties che ha dedicato, dopo la riqualificazione, questa piazza al suo presidente, John Zuccotti.
Questi spazi pubblici sono spesso privati, non bisogna meravigliarci, perché sono frutto di accordi con le amministrazioni, accordi che prevedono il rilascio di concessioni in cambio di luoghi pubblici per la comunità, che devono essere costruiti e mantenuti dai privati i quali, a loro volta, hanno l’obbligo di renderli pubblici. In America, e soprattutto a New York, molti degli atri, delle hall dei grattacieli sono delle “piazze coperte” aperte al pubblico, piccoli spazi verdi, come nel caso del bellissimo giardino della Ford Foundation degli architetti Roche e Dinkeloo, un pezzo dell’architettura dei giardini degli anni ’60 (1963-68).
E siccome una piazza non è una piazza (ma anche un parco) senza un’opera d’arte (noi lo facevamo, ma ce ne siamo dimenticati, ahimè) lo spazio ha due sculture, Joie de Vivre dello scultore Mark di Suvero e la famosissima Double Check di John Seward Johnson II che riproduce in bronzo un uomo d’affari seduto sulla panchina granitica, immortalato da valanghe di turisti che si siedono accanto a lui per la foto di rito.
Questa piccola oasi urbana è frequentatissima, soprattutto all’ora di pranzo quando, insieme agli impiegati si mescolano, per l’inevitabile panino o yogurt, gli operai di Ground Zero, tutti insieme sotto le leggere chiome delle 55 nuove Robinie.
RICETTA DELLO ZUCCOTTO
io avevo:
dei ritagli di pandispagna
un po’ di crema pasticcera
della panna montata
cacao in polvere
delle meringhe piccole alla cannella
un po’ di sciroppo (quello l’ho fatto) aromatizzato all’arancia
montaggio
con il pandispagna tagliato a triangoli foderare un recipiente in alluminio a forma di cupoletta
bagnare il pandispagna con lo sciroppo
riempire quasi fino all’orlo il recipiente con la crema pasticcera e poi rifinire o livellare la superficie con la panna montata
sigillare il contenitore con della pellicola e mettere nel freezer per alcune ore
una volta compattato il tutto (con il freddo) capovolgere su un piatto e spolverare lo zuccotto con del cacao amaro in polvere
decorare con le meringhe attaccandole alla superficie del pandispagna con della panna
servire non troppo freddo
:)))))
questa tua cupola è semplicemente spettacolare!!!!!!!!!!!
🙂
Ahahahaha ….. Il mio mezzo neurone si sta esaltando dai troppi complimenti! Non so’, vedo poco la tv e se sto a casa accendo l’apparecchio per fare del rumore, la vedo distrattamente, facendo altro. Non sono aggiornata in questo. Ho visto però che qui c’é una trasmissione di cake designer con Roberto Arduino ad ore impossibili x me (un’amica mi sta registrando le puntate e prima o poi le vedró) e poi il famoso boss (che amici mi hanno detto per esperienza diretta che i suoi dolci, malgrado l’aspetto, sono buoni buoni) ci sono altri programmi? La tua meringona a cuore é bellissima!
Ma guarda un po’ cosa hai combinato con degli avanzi! sei un Sweet Genius! (la vedete in Italia quella trasmissione?
PS anche io avevo per l’appunto 250 gr di albumi (avanzati dalle prove per la crema al pistacchio), vieni a vedere che ho fatto!
Mmm.. con pochi ingredienti si riesce a tirar fuori delle cose buonissime !
Lo zuccotto è sempre così intrigante,si può fare con mille varianti .