“L’enorme varietà della fiorita vegetazione non consente di chiedersi di che cosa principalmente consista la foresta vergine. Un’infinità di famiglie si affollano qui tutte insieme, e anche in piccoli spazi di rado gli eguali si accompagnano tra di loro. Tutti i giorni, ad ogni sosta, si fanno incontro al viaggiatore nuove forme: spesso sono fiori, ed egli non li ha ancora raggiunti che già la sua attenzione è attratta dalla configurazione delle foglie e dei rami.”
Così Alexander von Humboldt, esploratore, studioso, scrittore, padre della geografia scientifica dell’Ottocento ci descrive il suo incontro con le foreste vergini nelle sue missioni in America del Sud.
Questa descrizione mi rimanda subito ad un giardino, questa volta quasi virtuale, costruito da immagini e colori che si rincorrono su superfici a volte materiche a volte no.
Immagini che hanno il fascino delle stampe antiche, delle incisioni che raffigurano mondi fantastici, visioni che ci portano dentro un cabinet de curiosités, nelle stanze di un museo di scienze naturali di New York o di Parigi.
Mondi fantastici che ti avvolgono comodamente dentro quattro mura, mondi effimeri costruiti in sovrapposizione di colori, un progetto chiamato RGB ( il modello additivo di colori – ciano, magenta e giallo) che la coppia Quintanilla-Rugi, Carnovsky per il pubblico, (nome tratto dal romanzo Zuckerman di Philip Roth) hanno ideato come un “affresco contemporaneo”.
La tecnica di costruzione di questi fantastici paesaggi o rigogliosi giardini tutti vegetali, consiste nell’utilizzo dei tre filtri RGB e della possibilità che i tre colori hanno di allontanare o avvicinare le immagini raffigurate: il rosso risalta e nasconde gli altri due colori, il blu allontana e porta sul fondo le scene o le cose, il verde ha un livello intermedio e come tale media i contrasti dei due colori primari.
Un lavoro per addizione e sottrazione.
Del blu i due artisti designer ammettono la preferenza cromatica in quanto “rivela il mondo che è più nel profondo, qualcosa che non si può percepire alla luce del giorno, è quello più correlato con l’onirico e forse con l’inconscio. E infatti il nostro preferito perché questo mondo emerge in modo così non chiaro, non definitivo: è sempre un po’ sfuggente e bisogna veramente concentrarsi, avvicinarsi con attenzione per percepire quello che cerca di emergere“.
Proiezioni multiple, carte da parati, perfino oggetti di uso comune e tessuti si trasformano in un’esperienza dinamica, dove l’occhio costruisce immagini fantastiche, luoghi, architetture, faune, flore, vedute, cieli fantastici, in un onirico rincorrere di esperienze sensoriali che esaltano la fantasia e il fantastico.
Come in un giardino ……
Il lavoro RGB di Quintanilla-Rugi è stato oggetto negli ultimi tre anni a numerose esposizioni a Milano, Londra, Parigi, Berlino, Tokyo, Toronto, insomma, un po’ in tutto il mondo e pubblicato sulle più importanti riviste specializzate di arte, moda, architettura.
“La ricchezza della natura induce facilmente all’accumulo di singole immagini, ma l’accumulo disturba la serenità e l’impressione generale del quadro. Ogni stile si muta facilmente in una prosa poetica, quando è alle prese con il sentimento e la fantasia“. Alexander von Humboldt, Quadri della natura, 1849.
Ecco, questo passaggio di von Humboldt per me descrive, compone e ricompone la bellezza di queste visioni e ci porta incantati nelle nostre fantasie, nei nostri giardini.
fonti delle immagini http://www.carnovsky.com
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grazie Cristiana! 😉
stupendo ! stupendo !