Magico!
E’ un dolce magico.
Tanto magico quanto facile.
In Francia l’anno passato è stato il dolce più cool del web.
Storia difficile da ricostruire in quanto il dolce sembra, come per magia, apparso dal nulla.
Qualcuno asserisce che l’origine di questa morbidezza deve ricercarsi in Romania dove viene chiamato “dolce intelligente”, ma in realtà prima di approdare nel vecchio continente il dolce imperversava tra le foodbloggers del Sud-Est asiatico.
Cinque ingredienti base, uova, latte, farina, burro e zucchero, e tante, tantissime varianti.
Tre stratificazioni, tre consistenze diverse nelle quali il gusto si perde, da quella più densa, a quella più morbida, fino a quella soffice.
Due accortezze: non incorporare troppo gli albumi montati a neve e la cottura; quella dipende da ciò che di magico riesce a fare il vostro forno con temperature e tempi.
Pensare al magico vuol dire elaborare un pensiero in cui manca la relazione causale tra soggetto e oggetto, ossia non si capisce come e perché una cosa è avvenuta.
Pensare magico significa considerare il pensiero come capace di influenzare e quindi modificare la realtà tramite i propri pensieri e desideri, le proprie aspirazioni.
Il pensiero magico, è un pensiero che si sviluppa facilmente nel pensiero umano in quanto l’individuo ha una spiccata predisposizione fin dall’infanzia a ragionamenti non razionali
E questo avviene anche in età adulta. Possiamo definirci esseri razionali quanto vogliamo ma esiste una specie di illusione circa il modello dell’uomo logico: prima o poi ci abbandoniamo a pensieri astratti che a loro volta entrano e costruiscono una specie di mondo illusorio nel quale trovare rifugio.
La magia è anche la capacità di attrarre, e quando non sappiamo il perché di una cosa, di un evento, o restiamo affascinati e incantati davanti ad una persona, ecco, in quel momento ci troviamo immersi in una visione, in un momento magico, una sorta di strana perfezione che ci avvolge nei sentimenti, interiormente.
Sul pensiero magico poi sono individuati tre condizioni, tre funzionamenti verso le quali ci dirigiamo quando ci addentriamo nel mondo magico.
La prima condizione riguarda la funzione difensiva. Crediamo che con il pensiero riusciamo a controllare la realtà e in questa convinzione, nel momento in cui siamo in difficoltà, invece di affrontare la situazione ci appoggiamo a questo mondo cercando in esso riparo.
La seconda condizione riguarda la forza propiziatoria della magia, ossia la convinzione che ci siano forze che regolano il nostro mondo e ci rivolgiamo a loro per risolvere i nostri conflitti.
La terza condizione è quella che viene definita conoscitiva e forse è quella che più delle altre mi incuriosisce. Il pensiero magico, il nostro mondo magico in realtà ci viene incontro negli spazi dove il pensiero logico non da’ spiegazione e quindi riempie questi vuoti esclusivamente con assemblaggi di immagini, sensazioni, pensieri che ci portano al di fuori della nostra razionalità.
Parlare di magico e di giardino è facile perché spesso è nel giardino che cerchiamo ricostruzioni di mondi che vorremmo vedere e che invece sono impossibili, perché inesistenti allo stato naturale.
Oppure nel nostro mondo artificiale cerchiamo il “naturale” amplificando il senso e l’immagine di questo bisogno, e nel tentativo di creare strane alchimie, improbabili associazioni di spazi, cose e azioni, troviamo rifugio in uno spazio fatato, fuori dal reale, spesso un giardino.
Magica è la nuova pista ciclabile inaugurata lo scorso 12 novembre in Olanda e precisamente nei paesaggi vissuti da Vincent van Gogh.
Uno stretto nastro che si illumina la notte riproponendo in terra il cielo stellato del quadro “De Sterrennacht”, vortici di blu e costellazione del color dell’oro che in modo ipnotico, magico, costruiscono la scena del dipinto.
La pista ciclabile, un piccolo tratto della ciclabile “Van Gogh”, progettata dal designer Daan Roosegaarde, è una linea cangiante, un luogo che ti solleva da terra e ti fa pensare di essere immerso o sopra un letto di lucciole o, al contrario, dentro lo spazio stellato. Una magia appunto.
Un’altra magia è quella pensata e realizzata da Citylaboratory come istallazione per l’ultima edizione del festival dei Jardins de Métis in Canada: un piccolo specchio d’acqua immobile avvolto dalla foresta.
Una superficie semplice, calma, riflettente accoglie tutto l’altro, tutto ciò che si affaccia sul suo spazio bidimensionale. La magia è immediata perché il riflesso genera tanti punti di vista e quindi di pensiero, di ricordo, di sentimento.
Percezioni sottili e magie quasi aeree, impalpabili sono ancora quelle create dal filo sottile dell’Invisible Bridge un ponte magico a Bled in Slovenia progettato nel 2010 dal team Scrapelab.
Il Gâteau magique o Magic cake fa parte di questo pensiero magico, uno “spirito terreno” che forse non può risolvere le nostre quotidianità ma sicuramente ci aiuta e nutre la nostra fantasia e quindi con poteri davvero magici vi scrivo la ricetta ……
Gâteau magique alla vaniglia (per otto persone dim. 30×30 cm)
ingredienti
- 4 uova intere a temperatura ambiente
- 150 gr di zucchero semolato
- 120 gr di burro
- 120 gr di farina 00
- mezzo litro li latte intero
- un cucchiaio di acqua
- un pizzico di sale
- i semi di un baccello di vaniglia
procedimento
- in un pentolino far fondere il burro e lasciarlo poi intiepidire
- preriscaldare il forno a 150°C
- separare i rossi d’uovo dai bianchi e in una ciotola aggiungere i rossi con lo zucchero e il sale e montarli fino ad arrivare ad una massa chiara e soffice
- versare poi il burro fuso, i semi di vaniglia, la farina setacciata, l’acqua e il latte
- nel frattempo montare i bianchi d’uovo a neve ferma
- aggiungere in tre volte al composto i bianchi senza incorporarli del tutto
- rivestire con carta forno una teglia quadrata (25x25cm) e infornare
- cuocere a 150°C per circa 50 minuti (ma il tempo varie secondo il vostro forno)
- sfornare e lasciare raffreddare per almeno tre ore prima di servire
- tagliare il dolce a quadretti e spolverarlo con zucchero a velo vanigliato