Uova di Pasqua, ci tocca …
Come la mettiamo, la mettiamo, ma la Pasqua sta qui, è arrivata, e qualche cosa tocca fare.
Tranquilli, non mi sono ancora lanciata nel mondo dei chocolatier, anche se confesso, mi piacerebbe un mondo pasticciare con la cioccolata, ma quello è un campo a parte nella pasticceria, una sorta di gotha, una specializzazione nella specializzazione, un’arte ancora più raffinata rispetto alle cremette e ai pandispagna. Si perché se ci inoltriamo nel mondo del cacao, allora ecco che sbucano termini come cru o monorigine o millesimato, e inevitabilmente dobbiamo immergerci in mondi esotici per la ricerca del cacao perfetto, facendo un ping pong tra l’Africa e l’America del Sud, dove il cacao (la pianta) viene coltivato.
Io poi dovrei proprio andare a scuola da qualcuno bravo per apprezzare il cioccolato fondente, visto che sono cresciuta con il piacere del cioccolato al latte, (rovinandomi irrimediabilmente il palato in fatto di cioccolato) e anche se arrivo a capire qualche differenza dei cioccolati amari, quelli veri, continuo ad essere felice solo con la mia tavoletta al latte extra.
E poi, ci pensate, c’è chi è allergico alla cioccolata, e chi dopo una intossicazione non riesce più a mangiarne un pezzetto, o chi già pensa al mare, mentre ancora sta spalando la neve, e ha abolito qualsiasi caloria da dolce. Per questa mia prima Pasqua bloghesca ho quindi deciso niente esperimenti con la cioccolata, vi propino solo una piccola incursione nelle tante uova pasquali che affollano le vetrine delle pasticcerie.
Ma andiamo con ordine.
Questo post lo scrivo oggi perché c’è un motivo preciso. Oggi è giovedì santo, il giorno che per le confessioni cristiane è il giovedì della Cena del Signore, l’ultima cena appunto che inizia con la Lavanda dei piedi.
Ma il rito del giovedì santo è comune a molte altre religioni, specialmente quella greco ortodossa, ed è proprio in questo giorno che le uova di gallina, dopo il periodo quaresimale di digiuno, sono cucinate e colorate per poi essere consumate il giorno di Pasqua.
Oggi è quindi la giornata delle uova e come non iniziare con quei magnifici gioielli che lo zar Alessandro III regalava alla zarina, sua moglie, per la Pasqua del 1885?
Per realizzare queste regali uova viene chiamato il gioielliere ed orafo Peter Carl Fabergé che ideò così un uovo d’oro smaltato di bianco con al’’interno un altro uovo, questa volta con il guscio d’oro che conteneva una gallina che a sua volta conteneva una corona che a sua volta conteneva un anello, sostituito però da un rubino a ciondolo. una cosetta semplice semplice ……. sembra una certa canzone di Branduardi!
Quel primo uovo, realizzato da Fabergé ebbe talmente successo che dal quel momento inizia la produzione delle incredibili uova Fabergé, diventate un’icona del lusso. Molto più di un gioiello o di una scultura preziosa, queste uova sono un sistema magico di scatole cinesi o per dirla alla russa, di matrioske, che contengono sorprese-simbolo che l’uomo, il capofamiglia della corte russa donava alla madre e alla sposa, un omaggio quasi alla fertilità e alla procreazione femminile.
Che dire di fronte all’uovo albero che si apre e dal quale sbuca un uccellino canterino che annuncia la primavera?
E dell’uovo che si apre e che dona un bocciolo di rosa?
E quello che invece è meno minimalista in fatto di doni floreali e ti omaggia di un ricco e prezioso cesto di teneri fiorellini?
Le nostre uova di cioccolata al cospetto di queste preziose meraviglie ci sembrano popular, ma apparentemente. Negli ultimi anni c’è stata una rivoluzione in fatto di decorazione delle uova di cioccolato, che ha affiancato ai tradizionali e carichi ornamenti con zuccheri e fiorellini, a volte un po’ eccessivi nel loro essere decorati, ad altri decori o forme, frutto di creatività contemporanee che portano queste dolcezze pasquali ad assumere un alto livello artistico.
Molti grandi pasticceri e chocolatier ormai ogni anno hanno un assortimento di uova che può considerarsi una vera e propria collezione di “alta moda”, tanto da aver contagiato anche gli stilisti canonici che a loro volta escono in questo periodo con le loro uova firmate.
E’ il caso di Giorgio Armani che da qualche tempo si è buttato nella cioccolata e ha fatto uscire una serie di uova dalla linea decisamente linear, essenziale, uova di cioccolato bianco, fondente e al latte con impressa la grande A, il tutto impacchettato in un box color azzurro, come gli occhi dello stilista … quando la vanità non è femmina!
Anche Roberto Cavalli, negli anni scorsi aveva realizzato una serie di uova con la sua inconfondibile stampa animalier. Ed ecco la cioccolata, le uova giraffate e zebrate prodotte dal laboratorio dello storico Caffè Giacosa di Firenze che con lo stilista ha avviato una collaborazione artistica.
Ma anche un altro maestro pasticcere italiano, Denis Dianin di D&G patisserie quest’anno realizzerà oltre 1000 uova per due case di moda francesi, Chanel e Louis Vitton ….vive l’Italie, n’est-ce past? Orgoglio italico forever!!!!
E allora andiamo in Francia, dove la mania del cioccolato imperversa in modo frenetico e per prima cosa ci immergiamo nel mio pasticcere parigino preferito … Pierre Hermé.
Quest’anno il suo uovo a pois (che ricorda i suoi macarons) mi piace un sacco e se non fosse per la congiuntura economica e per l’alta probabilità di rottura nel trasporto al di là delle Alpi, beh, lo comprerei subito subito.
E che dire di quello un po’ paysager con le foglie di edera?
Anche questo lo voglio!!!
Mi piacciono anche l’uovo a scaglie romboidali, quello un po’ ricamato, riccioluto e quello con la frutta secca e candita, ma questi mi piacciono un po’ meno, forse perché poteva fare di meglio con le scaglie, o forse per via del fiocco decisamente bruttino su quello riccioluto, o per le righe voluttuose un po’ troppo spesse dei canditi. Comunque, buoni lo stesso, no?
Dimenticavo. Hermé ci fa sapere che dentro il suo uovo non c’è la canonica sorpresa, ma un dolcetto! Evviva, gridano i golosi!
Altre uova francesi, ma questa volta possiamo anche comprarle nelle sue boutique italiane, sono quelle di Ladurée, che lancia la collezione Oeufs Camées con le tre cioccolate più una cioccolata aromatizzata
e l’Uovo Trésor, al quale va il mio particolare apprezzamento e pensiero … é vero ragazze? (scusate la comunicazione privata…)
Sempre dalla Francia ci facciamo un giro nelle creazioni cioccolatose del maestro Jean-Paul Hèvin che quest’anno si da’ alle scarpe con una scultura ovesca dal titolo “Marcher sur des oeufs”, una scarpa (non un paio!), meglio uno stiletto di cioccolata amara al 68% poggiata su uova di cioccolato. Costo 98 euro ma si può comprare solo la scarpa destra o solo la sinistra ed esclusivamente nelle loro boutiques a 231 rue Saint-Honoré al 3 di rue Vavin, e al 23 bis, di avenue de la Motte-Picquet a Parigi altrimeni dovete andare in Cina o in Giappone perché non le spediscono. Chissà se la scarpina la fanno anche di diversi colori oltre al nero? Qui la libidine è doppia … cioccolato e scarpe donne!!!
Hèvin realizza anche un “Oeuf salade”, una sorta di uovo-panino tra due foglie di lattuga molto divertente e un minaccioso “Oeuf dur” dal giallo Kill Bill che piacerà sicuramente ai più piccoli.
Ultimo francese della serie, il chocolate artist, come si definisce, Patrick Roger, un artista che porta la cioccolata dritta dritta nella scultura.
Sculture cioccolatose, a partire dai 49 euro, un prezzo abbastanza abbordabile considerando il costo a cui sono arrivate le nostre uova industriali comprate nei supermercati.
Queste meraviglie si possono trovare, ammirare ed acquistare solo nelle sue boutiques (naturalmente) di Parigi.
Quest’anno però è uno spagnolo, per me, il miglior ideatore di uova pasquali 2013. E’ Enric Rovira con le sue incredibili creazioni. Non commento le immagini per quanto sono eloquenti. Qui si va dalla ricerca delle textures alle forti contaminazioni con l’architettura, fino al lavoro sulla metafora della nascita.
che dire poi di queste facce ispirate all’Urlo di Munch?
E poi anche i “temi verdi” come l’albero delle uova (un po’ un baobab) e un uovo che ha la sezione di un tronco con i suoi anelli, per finire con il tema pasquale traditional, la colomba che però poggia sul simbolo sessantottino della pace.
e a questo lavoro pulito sul vuoto, sull’assenza, cosa dire se non rimanere incantati davanti a cotanta bravura, equilibrio ed armonia, insomma, una sola parola per descrivere …. bellezza!
Ritornando all’Italia e ai nostri maestri del cioccolato, ho due ultime uova da mostrarvi: la prima è quella disegnata da Pininfarina, si avete capito bene, proprio dal famoso designer di automobili, che per un altro re del cioccolato di Torino, Giudo Gobino, ha disegnato un uovo dalla forma aereodinamica, praticamente un siluro e non aggiungo altro.
Le ultime uova, sono quelle artistiche in esposizione a Roma fino al 31 marzo presso la Pasticceria Bombiani che, grazie alla collaborazione di Walter Musco ha realizzato queste uova che prendono ispirazione dall’arte. Ecco che compaiono i tagli di Fontana, le increspature di Burri, lavori di trame d’oro e d’argento.
Bello bello è invece l’”uovo rotto”, un po’ incollato (questo siamo capaci tutti nel riprodurlo, no?) che non ti fa sentire in colpa se ti scivola dalle mani ancor prima di aprirlo.
Insomma, se state a Roma o se fate Pasqua a Roma, una visita a questa pasticceria può essere un diversivo ai tanti bellissimi musei polverosi.
Io però quest’anno mi mangerò queste matite, in questo momento le sento più congeniali, tanto per “alimentare” la creatività!
comunque, io preferisco un uovo oggi … del doman non v’è certezza oggi come oggi! smile!!!!