Circa 400 ettari disseminati sulle terrazze rocciose della Costiera Amalfitana sono la superficie ricoperta dalla coltura dei limoni, lo Sfusato di Amalfi, il limone per eccellenza dalla forma allungata a fuso, dalla polpa dolce e dal profumo intenso dovuto all’abbondante presenza degli oli essenziali.
Una coltura, quella del limone (Citrus x limon) che ha caratterizzato profondamente il paesaggio della Costiera, rigando con gli alti gradoni le linee ripide della costa che si staglia sul blu del mare, costruendo un vero e proprio giardino profumato.
Le limonaie un tempo erano ricoperte dalle pagliarelle, superfici di cannucce che servivano da protezione dal freddo e soprattutto dal vento per le colture; oggi questo sistema è stato sostituito dai teli verdi che più facilmente ricoprono per quasi tutto l’anno i profumati gradoni. Qua e là, disseminati tra i salti di quota, ma sempre in posizione alta, ci sono le cisterne per la raccolta delle acque e l’irrigazione.
La raccolta avviene rigorosamente a mano, così come il trasporto.
Quando ero bambina mi ricordo che rimanevo a fissare dalla terrazza la continua processione di donne con i gonnelloni e i capelli raccolti sotto i fazzoletti che salivano su, sui terrazzamenti in fila indiana la mattina, e poi nel pomeriggio scendevano giù, con enormi ceste di vimini tenute miracolosamente in equilibrio sulla testa. Era l’unico lavoro possibile per loro che aspettavano per lunghi mesi i mariti che erano imbarcati in mare. Ancora oggi la raccolta avviene così nonostante i numerosi tentativi di meccanizzazione.
Il limone fu probabilmente introdotto come pianta dagli arabi che a loro volta lo portarono per mare dall’India (cultivar Femminello comune), mentre l’arrivo nel nostro paese avvenne in Sicilia da dove poi, successivamente, si diffuse un po’ ovunque lungo le coste della Campania e Calabria.
Ed è proprio il rapporto con il mare che ha incrementato, ad un certo punto della storia, intorno all’XI secolo d.C., la coltivazione di questo frutto proprio lungo la Costa amalfitana: i viaggi per mare erano lunghi e per contrastare lo scorbuto, la carenza di vitamina C, sulle navi della Repubblica Amalfitana per decreto, fu obbligatorio avere scorte abbondanti di limoni.
Fu così che tra il 1400 e il 1800 la Costa d’Amalfi si trovò ad avere molte richieste dei suoi profumati frutti soprattutto da paesi lontani, quelli del nord Europa, dove lo scorbuto era una malattia diffusa, tanto da aumentare considerevolmente la produzione locale e l’esportazione.
Inizialmente lo sfusato era coltivato nei territori di Minori, Maiori e Cetara ed oggi, grazie alla certificazione “Limone Costa d’Amalfi” IGP del 2003, la produzione è presente in tutti i comuni della Costiera Amalfitana: Amalfi, Conca dei Marini, Furore, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti (dove ha sede il laboratorio di pasticceria di Salvatore De Riso famoso per i suoi sospiri al limone) e Vietri sul Mare oltre che, naturalmente, a Minori, Maiori e Cetara.
L’agrume è raccolto più volte l’anno, ma la produzione migliore e più abbondante è quella tra la fine della primavera e l’estate.
come cucinarlo?
ci vorrebbe un trattato … tutta la pasticceria è felice quando l’aroma del limone si aggiunge alle soffici consistenze e allora creme, bagne, morbidi pandispagna, gelati, liquori e le favolose granite sono liete di affogare nel profumo inconfondibile del Limone di Amalfi.
E se in Sicilia si fa colazione con la granita, sulla Costa Amalfitana è d’obbligo far colazione con un profumatissimo dolce al limone, magari sotto l’ombra delle pagliarelle guardando il blu del mare.
Ricetta della torta al limone
ingredienti
120 gr di burro ammorbidito
120 gr di zucchero a velo
2 uova intere
2 limoni di amalfi
50 gr di fecola di patate
100 gr di farina di mandorle
80 gr di farina 00
100 gr di latte intero
10 gr di lievito in polvere
un pizzico di sale
procedimento
montare il burro con lo zucchero
aggiungere la scorza grattugiata dei limoni, il succo (passato al colino) e il sale
setacciare la farina con la fecola e il lievito e aggiungere la farina di mandorle
aggiungere un po’ per volta al composto il mix di farina alternando con un goccio di latte
versare l’impasto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata e cuocere a forno preriscaldato per circa 45/60 minuti a 160°C
sfornare e lasciare raffreddare
spolverare la superficie con zucchero a velo
ma io, siccome sono golosa, ho ritagliato in due la torta e l’ho farcita con del lemon curd, limone al quadrato.
La torta, cotta in serata a stento è arrivata alla colazione.