Domenica gita fuori porta.
Un’ora e più di macchina e si arriva nel territorio che si estende tra le acque di Fiuggi, nella provincia laziale di Frosinone.
Meta Fumone, un piccolo paese di duemila anime (meno di cinquanta nel centro storico) arroccato su circa 750 metri sul livello del mare, un rilievo dalla forma appuntita che svetta tra la valle del Sacco e la conca di Fiuggi e Alatri.
Ma prima di arrivare si costeggiano le sponde del lago di Canterno, uno strano lago non balneabile di origine carsica, diventato Riserva naturale nel 1997.
La pianura che accoglie l’invaso aveva un tempo, al suo centro, un inghiottitoio che in parole povere, ma proprio povere, funzionava da tubo di scarico per le acque piovane che erano raccolte in questa conca e che così defluivano, scomparivano, nel sottosuolo grazie proprio a questo buco.
Ogni tanto, nel tempo, l’inghiottitoio si otturava, chiuso da materiali che l’acqua portava con sé e così si formava il ristagno che a sua volta si ingrandiva fino a “passar di categoria” e diventare un lago fantasma. Questo specchi d’acqua appariva e spariva fino a quando si decise di chiudere la famosa fessura e inondare stabilmente le campagne della radura facendola così finalmente diventare un lago, oggi in uso per la produzione di energia elettrica.
Il paesaggio è molto suggestivo soprattutto là dove l’acqua finisce, quasi sfuma nel verde dei prati proprio perché la riva non è una linea dura ma evanescente e mobile. Si cammina quasi a bordo acqua in una condizione dove anche gli alberi sono immersi per il loro piede nello specchio quasi immobile del lago.
Se si vuole fare un picnic questo è il posto adatto, il panorama, piccole aree attrezzate e una passeggiata lungo le basse rive sono i presupposti giusti per una bella giornata da passare all’aria aperta.
Andando oltre e salendo si incontra Fumone, un’antica fortezza militare, luogo di avvistamento e controllo sin dai tempi dei romani.
Il nome deriva proprio da ciò, ossia dal fatto che proprio come una sentinella, sulla cima del rilievo veniva fatto del fumo per avvertire i paesi a valle del pericolo. Se Fumone fumava, Roma doveva stare in allerta. Luogo di rifugio di Tarquinio il Superbo, in epoca medievale divenne una fortezza militare con mura di cinta e castello, quest’ultimo poi trasformato nella prigione del Papa Celestino V.
Oggi Fumone, il borgo per la precisione, ha pochissimi abitanti ma tanti vacanzieri che qui hanno la loro seconda casa.
Nel giorno del Corpus Domini poi, nelle stradine bianche del borgo è organizzata una antica infiorata che, come una sorta di serpente colorato e vivace, si snoda festoso dentro gli stretti vicoli.
In quel giorno poi tutti gli abitanti addobbano con fioriture colorate i loro balconi, terrazzi, porticati e piccoli spazi verdi, quasi una gara a chi realizza lo scorcio più vivace e colorato del paese. Un motivo in più per fare una gita nei primi giorni di giugno.
Per un picnic una crostata, magari con una buona confettura di ciliegie locali è il dolce ideale ……
Per la mia frolla ho utilizzato una ricetta che mi ero segnata dal sito di Pinella Orgiana, una maga dei dolci, altro che biologa, una sablée molto simile a quella di Ladurée che forse, per distrazione, ho cotto un po’ troppo, ma va bene, a me le crostate piacciono un po’ “ignoranti”, biscottate quasi …..
Pasta sablée alla vaniglia
ingredienti
- 90 gr di burro ammorbidito
- 20 gr di farina di mandorle
- 160 fr di farina debole
- 65 gr di zucchero a velo
- un uovo intero
- ½ bacca di vaniglia
- la scorza di un limone non trattato
- un pizzico di fior di sale
procedimento
- In una scodella mettere il burro, la farina di mandorle e lo zucchero a velo
- impastare velocemente e aggiungere l’uovo, il sale, la polpa del baccello di vaniglia e la scorza del limone grattugiata
- mescolare e per ultimo aggiungere la farina in due volte
- formare un panetto e incartarlo nella carta forno
- far riposare la pasta per tutta una notte in frigorifero
- il giorno dopo la pasta è pronta per essere stesa ed utilizzata
- una volta che si fosera una teglia da crostata è buona cosa far riposare la pasta ancora per due ore nel frigorifero in modo tale che se abbiamo fatto dei bordi altri, tipo recipiente, per far mantenere la forma in cottura bisogna raffreddare di nuovo la pasta
- per la mia crostata 30 minuti sono stati sufficienti
- cuocere a 160°C in forno