Qualche giorno fa ero occupata nella preparazione di una cena speciale, tutta o quasi a base di dolci per passare una serata insieme a un piccolo gruppetto al femminile.
Avevo ricevuto un dono inatteso, un pacco di nocciole tostate, quelle buonissime di Capranica, vicino Viterbo, una vera golosità.
Adoro le nocciole, soprattutto nel gusto del gelato da mangiare insieme al pistacchio, mentre l’odore della tostatura per me è un profumo insostituibile soprattutto quando esce da uno strudel fumante. Lo so’, non siamo in autunno, bensì in primavera dove dovrebbero essere regine le fragole e le ciliegie, ma non ho resistito, e anche se il pacco era sottovuoto e quindi potevo ancora conservarlo per altri momenti più appropriati, non ho resistito, l’ho aperto ed ho realizzato uno dei dolci della cena tra ragazze, un quasi pandispagna alle nocciole con ripieno e copertura di crema al mascarpone e cioccolato. Ogni volta che tagliavo una fetta di questo dolce sprigionava nell’aria il profumo delle nocciole!
Il Corylus avellana, il nocciolo per l’appunto è una pianta generosa. Non solo per i suoi frutti, le nocciole, ma per l’uso del suo legno che è sempre stato impiegato nel giardino proprio per la sua estrema elasticità e quindi duttilità. I legnetti di nocciolo erano usati anticamente come “bacchette magiche”, fatate, soprattutto tra i celti, nei riti magici. rametti biforcuti erano poi usati dai rabdomanti per la ricerca dell’acqua, ma anche dai cercatori d’oro, proprio perché il legno del nocciolo può entrare in risonanza con le onde delle radiazioni dei nodi metallici o con le concentrazioni di acqua del terreno.
In giardino il nocciolo, insieme al salice è usato, proprio per la facilità di essere piegato, nella costruzione di piccole strutture intrecciate per contenimenti, sedute, supporti per far arrampicare le piante. Le aiuole regolari dei giardini medievali erano bordate da cordoli più o meno alti di graticci intrecciati e anche piccole alcove intrecciate posizionate in angoli nascosti del giardino erano costruiti con intrecci legnosi.
Enormi cesti intrecciati erano poi quelli che accompagnavano e contenevano le piante, scoperte in altri contineti, nei viaggi per mare che gli esploratori e ricercatori intraprendevano per le loro escursioni botaniche.
L’intreccio era poi una tecnica che si applicava anche alle piante vive per la costruzione di piccoli tunnel o per sostegni “viventi”.
Con i rami di salice, altro legno elastico e facile da piegare, forse piú del nocciolo, oggi Anna Patrucco realizza arredi e strutture per il giardino che si rifanno all’antica arte dell’intreccio attualizzando forme e usi: sedute a forma di grandi nidi si possono disseminare tra prati o nascosti all’ombra di alberi frondosi e
sfere celano alla vista un punto luce annegato nel terreno che, illuminandosi la sera, proietta ombre frammentate oltre la struttura intrecciata.
Con i rami di nocciolo l’anno scorso a Milano per il FuoriSalone, all’Orto Botanico di Brera sono state costruite delle cupole, alcuni quasi dei nidi rovesciati, alcuni appesi, come fossero dei lampadari, altri invece a formare un tunnel, tutti completamente dipinti di un blu elettrico all’esterno e rivestiti totalmente di un materiale specchiante, riflettente e stropicciato, come la carta argentata che avvolge le uova di pasqua.
Le istallazioni, ad opera della designer Paola Navone per Barovier & Toso , avevano delle piccole bucature dove sbirciare all’interno delle cupole, come dei piccoli occhi allungati. Guardando all’interno si rimaneva abbagliati dalla luce che le superfici riflettevano, un po’ come succede quando si va a visitare la casa degli specchi di Niki de Saint Phalle nel Giardino dei Tarocchi a Garavicchio.
In un altro Orto Botanico, quello di Brooklyn a New York, trova collocazione un’opera creata per festeggiare i 100 anni del giardino realizzata da Patrick Dougherty. Un intreccio tra forme e superfici avvolge il visitatore che può attraversare la scultura senza seguire linee organizzate.
Altri nidi sono quelli che costruisce un altro artista, Jayson Fann; intrecci di rami a sezioni diverse che si incrociano partendo dal terreno fino a formare una capsula sospesa che si apre su vedute e orizzonti lontani, come un enorme cannocchiale. In questo caso l’artista ha usato l’eucalyptus come legno per la struttura.
Sognando orti medievali e nidi sospesi possiamo finalmente ritornare al Corylus avellana e alle sue nocciole.
Torta di nocciole
ingredienti
150 gr di nocciole tostate e ridotte a farina (io le ho passate al mixer insieme alla farina)
3 uova intere a temperatura ambiente
una bustina di lievito
100 gr di burro ammorbidito
200 gr di zucchero semolato
200 gr di farina 00
3 cucchiai di latte
3 cucchiai di olio di semi di girasole
un pizzico di sale
buccia di limone grattugiata
100 gr di gocce cioccolata amara
500 gr di mascarpone
100 gr di cacao amaro
100 gr di zucchero a velo
scaglie di mandorle per guarnizione
procedimento
preriscaldate il forno
sbattete il burro e lo zucchero fino a far diventare una crema morbida
incorporate uno alla volta le uova
aggiungete tutti gli altri ingredienti
utilizzate una teglia del diametro di 22 cm, imburratela e ricopritela con un velo di farina e versate il composto. Livellaee la pasta e infornare a 160 gradi per circa 30 minuti.
una volta cotta, lasciate raffreddare la torta e poi tagliatela a metà e farcitela con una crema al mascarpone. Io ho utilizzato circa 250 gr di mascarpone che ho mescolato con un cucchiaio di cacao amaro e 4 cucchiai di zucchero a velo. Ho anche aggiunto circa 100 gr di gocce di cioccolata amara.
Con altri 250 gr di mascarpone ho ricoperto la torta aggiungendo circa 80 gr di cacao amaro e la stessa quantità di zucchero a velo.
lasciate il dolce in frigorifero per un’ora.
ho poi in ultimo, aggiunto delle scaglie di mandorle sul top della torta e spolverizzato il tutto con zucchero a velo