Ginevra è tra le dieci città al mondo con la migliore qualità della vita, secondo Mercer, la società di consulenza leader nei settori Health, Wealth, Career.
E in effetti è vero, per un turista che sbarca dall’aereo l’impatto è sorprendente: ritiri un biglietto gratis per il treno che ti porterà nel centro della città in circa sei minuti, arrivi in albergo con un tram e lì ti consegnano una tessera per viaggiare su tutti i mezzi pubblici per il periodo di soggiorno.
Che dire poi dei molti musei dove l’ingresso è libero, della pulizia e ordine che regna ovunque, anche nei posti più affollati, dei bei giardini e parchi nei quali passeggiare anche in periferia. Insomma agli occhi dei non ginevrini, la città è un po’ come i suoi orologi, puntuale, affidabile, seria, ma anche con qualche vezzo e scintillio.
Tre giorni, un fine settimana è un periodo sufficiente per una immersione dentro questa città che qualche d’uno ha paragonato a una scatola di cioccolatini ripieni, un condensato di molte cose diverse che apparentemente conducono a una immagine immobile, fissa ma che invece è in realtà, se si arriva al “ripieno”, come nei cioccolatini, un concentrato di molte cose, alcune decisamente sensazionali e fuori scala, come il getto d’acqua altro 140 metri sul lago di Lemano.
Ginevra ha un aspetto severo nelle forme e nei colori delle sue architetture, è la città nella quale la Riforma Protestante di Calvino ha fatto crescere la città dal punto di vista culturale fondato, a metà del XVI secolo, l’accademia, la biblioteca pubblica e l’università. È la città delle tante banche e conti segreti, 160 sedi di banche diverse, è anche la città del commercio del lusso, un lusso che però nelle strade del centro si mostra discreto, quasi sottotono nelle vetrine che espongono abiti e gioielli e i famosi orologi da sogno.
Una passeggiata per il centro storico della città è la prima cosa che si può fare in questa città; girovagare tra le stradine della città vecchia, tra piccoli slarghi e piazzette della città medievale fermandosi a guardare le vetrine delle tante librerie storiche, o quelle di piccoli artigiani o i negozi di design, o entrare nella Cattedrale di Saint Pierre, oppure passare davanti alla casa natale di Jean Jaques Rousseau, è un piccolo piacere da concedersi.
La passeggiata può concludersi sul lungolago nel Jardin Anglais a guardare il famoso getto d’acqua e prendere un aperitivo prima di andare a cena.
Il giorno dopo si può seguire un itinerario culturale suggerito dalle guide ben fatte che si possono prendere nei punti info per i turisti e quindi avventurarsi per i “sentieri culturali”: il Museo di Arte e Storia e poi il Cabinet di arti grafiche del Museo che conserva quasi 400.000 disegni, una delle più importanti collezioni europee di opere su carta, la Fondazione Baur il Museo delle Arti dell’Estremo Oriente, per poi terminare con il Museo di Storia Naturale nel Parco di Malagnou.
Ma se non vuoi passare la giornata tra i musei allora il mio consiglio è di visitarne uno solo, il MAMCO, il Museo di Arte Contemporanea, una ex fabbrica trasformata in un “macchinario d’arte”, lo spazio più grande dedicato all’arte contemporanea in Svizzera. È uno spazio laboratorio nel quale sicuramente gli appassionati del contemporaneo possono trovare molti pensieri e riflessioni sulla cultura della nostra società attraverso l’arte.
Dopo un pranzo, anzi uno spuntino in uno di tanti bistrot bio, il nostro pomeriggio può proseguire con una rilassante passeggiata nel verde.
Ginevra è una città con tanto verde, tanti parchi e giardini storici e contemporanei aperti al pubblico; circa il 20% della superficie della città e occupata dal verde, il che rende la città eterogenea e in rapporto armonioso con il paesaggio che la accoglie.
Sulla riva sinistra del lago si può visitare il parco La Grange con un curatissimo roseto moderno e poi ritornare in centro città e concludere la passeggiata nel centrale Parc des Bastions, un tempo le fortificazioni della città e oggi un parco nel quale i ginevrini fanno diverse attività, dal fare jogging, una partita a scacchi, fare della musica o semplicemente chiacchierare sdraiati sul prato sotto i meravigliosi alberi. Questo parco accoglie anche l’Università, per cui le panchine quanto i prati sono come la sala di una biblioteca, con studenti che leggono e studiano all’aperto.
A poche centinaia di metri c’è poi la Plain de Plainpalais, un grande vuoto urbano che nella storia recente della città accoglie tutti i giorni il mercato delle pulci.
Come finire la giornata? Andando a cena al Café du Grütli, uno spazio multifunzionale nel quale bere, mangiare, ascoltare musica, leggere, insomma un luogo dove si incontrano artisti e, come dicono loro, “gente curiosa”. Si mangia bio e vegano, prodotti a Km 0 e piatti rivisitati.
Il giorno dopo, l’ultimo del mio viaggio, sono andata a visitare sulla riva sinistra il Giardino Botanico, 28 ettari di collezioni botaniche, un erbario tra i più belli che si hanno al mondo, tanto che è diventato patrimonio immateriale dell’Unesco, alberi meravigliosi, come il viale di Platanus acerifolia con esemplari che hanno più di 300 anni di vita. Uno dei pochi orti botanici a gestione totalmente biologica, frutto di un’attenta politica di rispetto verso l’ambiente.
Se poi si vuole ammirare una delle viste più belle sul lago allora dall’orto botanico, con15 minuti a piedi sul Chemin de l’Impératrice, si sale alle spalle della ferrovia e si arriva a un altro parco con un belvedere talmente incantevole che ti aspetti di vedere il fantasma di Rousseau seduto sulla panchina rimirando lo spettacolo dello skyline della città e del suo lago.
Qui c’è un punto dove mangiare, fare uno spuntino, prima di scendere e andare a camminare nel quartiere della sede delle Nazioni Unite, un quartiere di architetture moderne con uffici e alberghi e piccoli giardini pubblici. In effetti la città ha moltissimi giardini contemporanei pubblici che sono di compagnie private che però rendono questi bellissimi spazi verdi fruibili a tutti i cittadini.
È il caso, per esempio, dello spazio verde del JT International SA, la sede della Japan Tobacco International, un produttore leader dei prodotti del tabacco. Il giardino e l’architettura di questo complesso è opera dello studio americano Skidmore Owings & Merril ed tutto un gioco di triangoli nei quali si alternano acqua, vetri specchianti, cespugli, fiori, graniti e metalli. La copertura dell’edificio è poi un tetto verde di circa 20.000 metri quadrati, un’ideale prosecuzione del piano del terreno, del giardino.
Oppure il bel giardino di opera di Agence Ter chiamato Floor Work, uno spazio suggestivo che avvolge la sede di un grande studio legale. Una vera e piacevole immersione dentro una morbida sequenza di strisce vegetali, tra graminacee e fioriture delicate, piccoli giardini verticali come recinzione e nebulizzazioni a intermittenza che rinfrescano le temperature estive.
Se volete passare un’ora in un incanto vi consigli di prendere il tram 12 e scendere alla fermata Amandolier a Rue des Chêne e il giardino è proprio lì, davanti ai vostro occhi.
Cosa fare di altro a Ginevra?
Con un giorno in più andare a visitare Carouge a 15 minuti in tram dal centro della città, un piccolo centro dove è rimasta intatta l’atmosfera del borgo antico, oppure fare un giro sul lago, o ancora con un treno, in 20 minuti arrivare ad Annecy per una passeggiato su un altro lago.
Comprare la famosa cioccolata, le Caran d’Ache, penne, matite, colori per i patiti del disegno e della scrittura, oppure fare un salto in una boulangerie dove comprare pane e dolci della tradizione, come Wolfisberg, oppure, sembrerà strano, ma acquistare dei piccoli dolcetti colorati di ogni forma fatti con la pasta di mandorle. E poi ci sono sempre gli orologi …