Troppo feroce e al contempo triste per piacermi, anche davanti all’incanto della descrizione della casetta dolce sperduta nel bosco oscuro.
I due poveri bambini, abbandonati da un padre disperato ed egoista sembrano destinati a cadere dalla padella alla brace entrando nella incantevole casetta.
L’immagine poi della bambina (femmina appunto, qui ho un retro pensiero da pseudofemminista) destinata ai lavori di casa e il maschietto, troppo magro per essere mangiato e quindi messo all’ingrasso, mi metteva una tristezza infinita e neanche le belle illustrazioni del libro che avevo da bambina mi distoglievano dalla ferocia della favola dei fratelli Grimm.
Insomma, la favola di Hänsel e Gretel non mi è mai piaciuta così come quella analoga di Pollicino di Perrault, storie comunque provenienti dal lontano Medioevo, in tempi di profonde carestie e lotte feroci per la sopravvivenza.
Ma le casetta di pandizenzero mi sono sempre piaciute e queste realizzate quest’anno sono il mio secondo tentativo di costruzione.
Anche qui la storia di queste dolci costruzioni proviene dalla Germania, e precisamente dalla città di Norimberga dove lo zenzero era usato per realizzare il pane che di volta in volta, secondo la ricorrenza e la stagione, era modellato in forme che ricordavano l’autunno, la Pasqua, il Natale. Questo pane era venduto nella fiera della città e divenne tanto famoso da attirare artisti, intagliatori, scultori da tutto il paese che venivano a cimentarsi nella realizzazione di forme artisitche di questo pane. Tanto successo da far riunire i panificatori in corporazioni che avevano l’esclusiva di produrre il pan di zenzero durante i periodi delle feste di Natale e Pasqua.
Tanto successo del pandizenzero e delle sue molteplici forme, comprese le casette, che all’inizio del 1800 i fratelli Grimm ne fecero la dimora dolce della vecchietta terribile della favola dei due fratellini abbandonati nel bosco: Hänsel e Gretel per l’appunto.
Il successo delle casette fu poi amplificato oltre oceano dai tedeschi migrati nel nuovo mondo, e negli Stati Uniti si trasformò in una vera e propria arte, tanto che oggi si svolgono molti concorsi per la realizzazione di architetture di pandizenzero che spaziano tra le forme contemporanee delle archistar mondiali.
E’ tradizione che ogni Natale alla Casa Bianca viene realizzata la White House Gingerbread House che viene personalizzata su ogni famiglia presidenziale: negli ultimi anni insieme ad una libera interpretazione della famosa Casa c’è anche il famigerato orto di Michelle e la riproduzione dei due fedeli quattro zampe che scondinzolano felici sul prato della magione.
Si sono invece ispirati all’architettura contemporanea Henry Hargreaves e Caitlin Levin, che hanno realizzano con il gingerbread una serie di musei progettati in giro per il mondo da archistars, esponendo poi a loro volta queste piccole opere dolci all’Art Basel di Miami Beach. Roba da americani.
Quest’anno pur rimanendo suggestionata da queste repliche di architettura moderna/contemporanea sono rimasta nella più profonda tradizione, e le casette le ho decorate con infiniti ghirigori di ghiaccia reale costruendo un piccolo villaggio incantato che poi ho “delocalizzato” in tante nuove località amiche. Una piccola sweet new town.
Questi sono i miei auguri per un 2014 di sorrisi e bei pensieri per questo futuro che verrà.
ricetta per il gingerbread
ingredienti
450 gr di farina 00 setacciata
150 gr di miele
125 gr di burro a temperatura ambiente
1 uovo a temperatura ambiente
50 gr di zucchero di canna
2 cucchiaini di zenzero in polvere
1 cucchiaino di cannella in polvere
una spolverata di noce moscata
due chiodi di garofano tritati
un pizzico di sale
1/2 cucchiaino di bicarbonato
procedimento
montare il burro con gli zuccheri e poi introdurre l’uovo e tutti gli altri ingredienti.
formare una palla e ricoprirla con della pellicola e prima di utilizzare la pasta per fare i biscotti metterla in frigorifero a riposo per almento 30 minuti.
si cuoce secondo lo spessore del biscotto, io ho realizzato delle forme da 0,5 cm di spessore e quindi cotto a 180°C per meno di 20 minuti.