Due morbidi dischetti dorati che si sovrappongono grazie ad uno strato goloso, morbido e zuccherino, questi sono i doroyaki o dora-yaki (どら焼き), piccoli dolci da passeggio giapponesi.
La forma è quella che ricorda i pancakes americani ma l’impasto è molto simile a un pandispagna, o meglio al Kasutera o Castella cake, un morbido impasto compatto e al tempo stesso soffice, la torta per eccellenza della pasticceria giapponese.
Ma è un’altra la forma che ha ispirato i doroyaki, è quella del tradizionale gong presente in tutti i templi asiatici e dora è appunto il nome del gong in giapponese.
Il dolcetto, come lo conosciamo oggi è stato creato nel 1914 dall’antica pasticceria Ueno Usagiya di Tokyo e prevede due dischetti accoppiati come una sorta di panino, mentre originariamente il dolce era costituito da solo un dischetto, appunto come il gong.
Il ripieno tradizionale è quello che descrive meticolosamente la protagonista del film “Le ricette della signora Toku”, un delicato racconto tratto dal romanzo di Durian Sukegawa, An, nel quale si narra l’intreccio di tre vite, tre persone diverse con età differenti che in qualche modo incontrandosi e ascoltando l’altro trovano la loro strada, trovano soluzioni, equilibri, la capacità di darsi nuove possibilità di vita, piccole felicità.
Non esiste un protagonista nella storia ma un racconto a più voci: Sentaro è un giovane uomo gestore di un chiosco che vende i doroyaki, è ingabbiato in una vita che lo costringe a non avere visioni, la giovane Wakana, adolescente in conflitto con la figura materna frequenta il chiosco di Sentaro, è golosa di doroyaki che le procurano piccoli attimi di felicità, e Tokue che in un giorno di primavera, uno di quei giorni dove i ciliegi in fiore ricoprono il cielo di petali, arriva inaspettata nel baracchino di dolci e cambierà tutto.
La capacità dell’attesa, la cura, la dedizione, il sentire il lento svolgere del tempo in sintonia con la vita, qualsiasi essa sia, sono le azioni che Tokue impartisce ai suoi due giovani nuovi amici cucinando l’anko, il ripieno dei doroyaki, il punto debole dei dolci che Sentaro vende.
Il ripieno è una sorta di marmellata o crema, l’Anko o Tubu-An, un composto di fagioli rossi azuki che la signora Tokue cucina con tempi lenti e passaggi precisi nel piccolo chiosco. La preparazione dell’An è cadenzata da spiegazioni poetiche nei vari passaggi della preparazione, come una sorta di pratica zen nella quale si capisce che la lezione è quella che scaturisce dall’attitudine docile, calma e riflessiva dell’ascolto.
Ritornando alla storia di questi dolci da passeggio e alla forma e nome che deriva dal gong, si narra una leggenda al riguardo, quella del samurai Benkei che scappando dai suoi nemici si nascose nella casa di un contadino e qui dimenticò il suo gong che poi fu usato impropriamente dall’agricoltore per cucinare una pastella, il dorayakidd.
Più recentemente questo dolcetto è stato poi protagonista di un manga nato nel 1969, molto popolare anche da noi, Doraemon, la storia di un gatto robot che precipitato dal XXII secolo, dal futuro golosissimo di doroyaki, che ha paura dei topi ed è amico di Nobita, un ragazzino buono ma un po’ indolente che il micio spaziale protegge ed aiuta con i ciusky, dei piccoli congegni magici che custodisce in una tasca chiamata gattopone. Il nome Doraemon nulla ha a che fare con i nostri dolcetti ma deriva dalla parola doraneko che significa gatto vagabondo, come in realtà è questo felino che diventerà mentore, protettore, guida e educatore del bambino.
Il micione però è ghiotto di doroyaki tanto da farne spesso indigestione e nelle 1344 storie della serie originale ne mangia a quintali con golosa voracità.
Se volete mangiare gli originali vi tocca andare in Giappone, a Tokyo, prendere la metropolitana, la Ginza Line e scendere a Ueno Hirokoji Station. A duecento metri circa, all’indirizzo 1-10-10 Ueno Taito-ku, c’è la famosa pasticceria, la più famosa del paese e dalle 9 alle 18, non il mercoledì però, potete comprare qui questi tondi dolcetti.
ricetta di doroyaki
Fare queste frittelle è abbastanza semplice mentre invece è un procedimento lungo quello della realizzazione della marmellata di fagioli azuki. Si può però ovviare con una crema di castagne, oppure con una marmellata o con una crema al caramello, oppure come ho fatto io con una crema di speculoos, i famosi biscotti nordici alla cannella che sono perfetti per questo dolcetto da colazione o da merenda.
ingredienti
- 100 grammi di farina 00
- 2 uova intere
- 50 grammi di zucchero
- un cucchiaio di miele
- due cucchiai di latte
- un cucchiaino di lievito per dolci
procedimento
- sciogliere il burro e lasciarlo raffreddare
- sbattere le uova con lo zucchero e aggiungere poi tutti gli ingredienti e mescolare bene, deve diventare una pastella
- far riposare il composto in frigorifero per un’ora circa
- mettere sul fuoco un padellino antiaderente e versare un mestolino di pastella, cuocere per due minuti e rigirare delicatamente e cuocere per altri due minuti.
- servire tiepidi