Ecco, siamo arrivati al 21 marzo. E questa è la prima primavera del blog. E ora inizia il bello.
Tra una settimana è Pasqua e quindi è obbligatoria un’immersione, l’ultima per molti prima dell’estate, nei dolci della rinascita, e quest’anno ancor di più visto che la festa religiosa è attaccata praticamente all’inizio della primavera. Uova di cioccolato, di zucchero e colorate, colombe e pizze dolci e salate, casatielli e pastiere, zabaioni e creme, dolcetti pannosi e biscottini multicolor, insomma tutto un ben di dio di calorie da pentimento immediato.
mazzolini artistici …
i fiori di David Hockney disegnati con applicazioni per Iphone
I colori must sono quelli pastello, dal giallo uovo al turchese Tiffany, al glicine al rosa confetto, ma io questa Primavera la vedo esclusivamente bianca, anche nelle fioriture. Insomma, se un bel mazzo di fiori dai colori assortiti fa tanto calore e colore, io quest’anno prediligo il bianco.
Ciliegi e peri ma soprattutto la mia amata Magnolia stellata hanno finalmente le tanto agognate fioriture, e i petali candidi sono attraversati da una luce calda che penetra e passa le sottili superfici dei fiori irradiando una morbida ed allegra luminosità.
D’altronde uno dei fiori che preannuncia la primavera, anche negli incolti cittadini, è proprio la Bellis perennis, la margherita, piccolo “sole primaverile” come le definisce il Cattabiani, con il “suo pistillo solare, giallo oro, e i petali che trascolorano dal bianco al rosa delle punte alludono al nuovo sole primaverile: il bianco simboleggia infatti il biancore dell’alba che trascolora nel rosato della primissima aurora o nella primavera, annunciando la salita del sole sopra l’equatore celeste.”
Una bella giornata di primavera, immersa nel bianco tra architettura e fioriture candide l’ho passata un paio di anni fa ad Anversa in questo meraviglioso spazio al centro della città.
Un progetto di ristrutturazione urbana, una piazza mercato realizzata davanti al teatro della città per il quale il Comune, nel 2004, decide di lanciare un concorso internazionale che deve ridisegnare la piazza antistante il teatro che veniva confusamente occupata da un mercato settimanale. La piazza di circa tre ettari, doveva essere perciò “rimisurata” attraverso superfici che avevano la necessità di accogliere nuove modalità sociali ed economiche di vivere lo spazio.
Vince lo Studio Associato Secchi-Viganò che alla fine del 2008 realizza la piazza: una grande pensilina bianca, un ombracolo, che diventa elemento di unione tra lo spazio del giardino e il preesistente complesso del teatro, un elemento pensato a dimensione urbana, alla scala del grande vuoto.
Costo: meno di 400 euro/mq.
Il bianco è qui il colore che avvolge sia la macro copertura, sia le fioriture ordinate dei piccoli alberi del giardino antistante, legando in questo modo le due diverse dimensioni. Nel momento della fioritura poi, e qui sono stata fortunata, questo immenso spazio diventa ancora più bello, ancora più lieve, ancora più luminoso, decisamente uno “spazio ottimista”, positivo.
Ritorniamo al 21 marzo, giorno dell’equinozio di primavera, momento in cui si festeggia la nascita della stagione del risveglio della natura. L’uomo ha da sempre accompagnato questo giorno con riti propiziatori colmi di simboli che hanno sottolineato questo tempo astrologico come un momento di rinnovamento, di ottimismo, speranza, di buoni propositi, quasi di “pulizia”, suggellando il giorno con doni materiali e spirituali.
Uno dei simboli che vengono da lontano e pianta sacra proprio all’Equinozio di Primavera è il Trifoglio, Trifolium, simbolo dell’Irlanda ed erba consacrata a San Patrizio (17 marzo) il quale la usava come simbolo della trinità cristiana. In realtà ciò che viene utilizzato nelle simbologie cristiane hanno invece nascite più antiche, e anche nel caso del trifoglio, la pianta in antichità simboleggiava la ruota solare a quattro bracci, la triskele, oppure la croce celtica, o il cerchio magico, tutti culti comunque legati ad Helios, il sole.
Il Trifoglio, della famiglia delle Fabaceae o leguminose, è capace, attraverso le radici che ospitano dei batteri simbionti, di fissare nel terreno l’azoto per cui è una pianta utile per fertilizzare il suolo e come tale viene usata nelle rotazioni delle culture, come dire una pianta da rinascita!
Il cerchio, il tondo, la sfera, la forma dell’uovo, tutto ciò che è tondeggiante è forma della primavera, e a me vengono in mente i tanti cerchi costruiti da Andy Goldsworthy.
Ma come vi ho detto la primavera ha il bianco delle margherite e quindi per festeggiare questo giorno che oggi ci ha regalato un bel sole ottimista, ho pensato di confezionare un vasetto floreale, che ho chiamato Spring Cake.
In realtà questa torta è stato il frutto di una ulteriore sperimentazione volta alla ricerca della base perfetta.
Non che non fossi contenta della ricetta che utilizzo per fare le basi delle mie cakes, ma se si può migliorare, perché no?
Sono convinta che a fronte di creme pazzesche e sciroppi per la bagna, se non si realizza una base, un pandispagna o torta Madeira, che da solo vale tutta la torta, allora la cake è meno buona. Da qui la mia ricerca di una base che senza tanti fronzoli sia ghiotta, soffice, profumata, che non abbia bisogno di nulla per essere lei da sola irresistibile.
E questo esperimento pare sia riuscito. Come sempre ho portato la mia cake alle mie cavie preferite che hanno sancito il successo, quasi definitivo, di questa base.
Per realizzare il mio vasetto ho utilizzato due piccole teglie svasate con il bordo alto del diametro di 15 e 13 cm. Non ho avuto bisogno in questo modo di tagliare le torte per modellarle nella forma a tronco di cono, erano perfette così come uscite dalle teglie, le ho solo sovrapposte.
La farcia dei tre tagli è stata fatta con lemon curd e panna vegetale che ha mantenuto perfettamente la consistenza e la stabilità dei piani.
Ho poi rivestito la cake con la crema di burro e poi ancora con la pasta di zucchero. Ho modellato fiori e foglie la sera prima per far mantenere le forme morbide e mosse. Ho utilizzato la gelatina alimentare come collante.
Ricetta per Torta Madeira
Ho utilizzato la ricetta in dosi doppie per fare due torte da 15 e 13 cm di diametro
ingredienti
3 uova grandi a temperatura ambiente
250 gr di farina 00
175 gr di burro a temperatura ambiente
175 gr di zucchero semolato
1 bustina di lievito
qualche gocce di aroma di mandorle amare
procedimento
sbattete il burro e lo zucchero fino a farlo diventare una crema soffice (5-10 minuti)
aggiungete una per volta le uova e farle assorbire bene
setacciate la farina con il lievito
aggiungete delicatamente la farina con il lievito e in ultimo qualche goccia di aroma di mandorle amare (ma si possono naturalmente usare anche altri aromi)
preriscaldate il forno a 180°C e infornare per 35 minuti circa
fate raffreddare le basi prima di estrarle dalle teglie e poi procedere al montaggio della cake